Super Tuscan: il "vino creativo"

Un grande territorio parla di sé anche anche attraverso i suoi vini, e la Toscana, non a caso è terra da sempre legata inscindibilmente alla sua produzione vinicola.
Dal tempo degli Etruschi - i primi a impiantare la vite in Toscana - ad oggi, nella regione si possono contare 14 strade del vino che attraversano più di 30 DOC e molteplici zone di produzione IGT e DOCG.

Il Barone Bettino Ricasoli, nel lontano 1872, fissa le regole che creano la ricetta del "vino perfetto": 7/10 di Sangiovese, 2/10 di Canaiolo, 1/10 di Malvasia o Trebbian, ponendo le basi alla nascita del Chianti Classico. Questa ricetta divenne un vero e proprio "dictat", ripreso fedelmente dai disciplinari per la regolamentazione della produzione vinicola nell'immediato dopoguerra.

A partire dagli anni '70 del secolo scorso, dopo il pioniere Marchese Incisa che darà vita al Sassicaia durante la seconda guerra mondiale, si fa strada l'idea di "tradire" questa ormai consolidata tradizione, viste anche le sofferenze incontrate dal Chianti, con la creazione di nuovi vini, basati sull'uso di vitigni originari della Francia, Cabernet-sauvignon e Merlot, anche in blend con il Sangiovese e sulla maturazione in barriques: i cosiddetti super tuscan, vini rossi che stracciano le regole codificate dalle D.O.C. Vini creativi, sperimentali, ricercati in vigne e cantine di assoluta eccellenza. La zona principe di questa produzione è Bolgheri con il Tignanello Sassicaia e l'Ornellaia.

Grandi vini rossi, potenti, modaioli, dalla forte struttura, fruttati, con un'ottima maturazione e un potenziale di invecchiamento elevato. Apprezzati dalla critica e dai grandi collezionisti di tutto il mondo, i super tuscan cominciano a imporsi some esempi di raffinatezza tipicamente toscana.